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Ecco correva Corrado, correva ogni giorno verso  mete non per sé, ma per la sua comunità, per l’associazione dedicata a san Luca, il patrono degli artisti, perché l’arte era anche il suo orizzonte quotidiano e insieme la disciplina umana a cui si sentiva di appartenere  per non abdicare a se stesso.

Dimensione umana e ambito professionale in Corrado coincidono, l’una permea l’altra e viceversa, strette insieme e da una passione celata dall’eleganza del dire e del fare. Sapeva trasformare ogni occasione di incontro, ogni nuova relazione in esperienza arricchente, in occasione per apprendere e dar sì che ogni nuovo sapere diventasse patrimonio da far fruttificare in progetti, in azioni. E i risultati nel tempo si sono ben presto concretizzati e tesaurizzati non solo nella sua amata Castel Goffredo, ma anche nella provincia mantovana.

A Corrado non si poteva dire di no, mi telefonava quando era in difficoltà, quando voleva un consiglio, quando mi proponeva un progetto comune, e da una esperienza comune era anche nata la nostra amicizia, allorché circa venti anni fa mi propose di tenere un corso di formazione didattica museale al neo nato gruppo di san Luca. Veder nascere un gruppo di persone tese a conoscere per apprendere modalità di accostarsi all’arte, alle meraviglie del proprio paese ai fini di possibili azioni di restituzione del sapere credo sia stato uno dei momenti più formativi per l’associazione di san Luca. Corrado Bocchi ha saputo tenere unita istanza religiosa e istanza laica, per un crescere civile che è stata prima di tutto crescita di civiltà per Castel Goffredo e per quanti lo hanno conosciuto e amato.

Renata Casarin

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